Se, anche quest’anno
che un rosso scarlatto di luce,
un viola appena intriso di verde,
un rondone a mazzi di cabriate tra insetti volanti,
- e le mie spiaggie carezzate di onde
da inverno, le tue, irruente di tocchi così lievi -
se quest’anno che viene,
obbediente nel ciclo delle stagioni
agli inarcati “pianissimo”
dei tuoi invisibili voli di danza,
se questo tempo di memorie a caos
per occhi di fanciulla scuri di gioie,
occhi di cerbiatta umidi di tremori,
occhi di alce duri di prudenze,
se anche quest’anno
che s’asciugheranno sguardi d’odio
perfino nella tua terra santa di sangue e martìri,
e già si sentono tempi di ritmi cherubini
in avvicinamento da tutti i Natali giunti dal tuo
a fare insieme di tutti questi Natali tuoi,
viventi in te, Amore Re, così lontano da noi
e così intimo dentro a noi, una ad uno.
RI
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