dimanche 1 mars 2009

Massimo Ferrando

LA ROSA



I

In quel tempo
noi sentivamo una musica strana,
più simile al crocchio del ghiaccio invernale
che non al violino, o all'arpa, o al corno.
Ascoltavo
come un bimbo ascolta la sua fiaba.
Lei raccontava di sé, della sua storia,
di come si perdette in quella terra
che non ha confini nel mondo dei vivi.
La nostra sofferenza è come l'alabastro:
fredda quando umilia, mi diceva,
ma calda
quando avvolge e ci incoraggia
ad anelare a una pace più piena.
Non temere, rispondevo. Poveramente
ci accingiamo a dileguare
ma questa vita non è certo come un soffio
che ci estingue.



II

Ascolta.
Era per me gioia grande
la tua rosa.
Gocciolava a primavera.
Ma tu dicesti: amore, noi sbagliamo.
Ed io: gli sbagli non esistono,
esistono solo cose
che decidiamo di non fare e cose
che facciamo.

Poi presi la rosa, la chiamai poesia
e la cantai per l'universo.

1 commentaire:

Rosa de Santa Isabel a dit…

...la nostra safferenza...è come l'alabastro!...Lindo!...e bacci mille.