lundi 28 septembre 2009

quando i libri finiscono… -

foto da: http://www.zerorelativo.it/blog/tag/scambio/


Quando i libri finiscono
Forse non ci abbiamo mai pensato, ma se un giorno non si stampassero più libri? Tutti i libri del mondo finissero dentro un buco mangialibri?.Che “duro” mestiere è quello dello scrittore. Ancora più “duro” poi se sei un poeta (i lettori in Italia sono pochi, in pochi si strapperebbero i capelli).Badate bene, il termine “duro” qui, in questo intervento, sta per "difficile", “inutile”.Gli editori non trovano problemi a pubblicarti, le case più serie si accontentano di un opera sufficientemente dignitosa, visto che quasi sempre il poeta deve pagare per farsi editare. Poi però, arriva un giorno che i libri finiscono, la tiratura del libro va esaurita e l’editore non ha interesse a pubblicare la seconda edizione (probabilmente pagando bene sarebbe ancora cosa plausibile). Cosa accadrebbe?.
Il nostro amico poeta Michele Caccamo si è scontrato con questa realtà.
I suoi editori, dopo avere esaurita la prima tiratura di ciascun libro, non hanno inteso ristampare ( chiediamo lumi a Michele).
Ecco che il nostro poeta ha tagliato la testa al toro e ha reso disponibili tutti i suoi tre libri nel blog Accademia Palasciana: http://palasciania.splinder.com/post/21383763.
Noi in nome della “poesia” lo ringraziamo di cuore e dopo un attenta lettura, ci è sembrato doveroso sigillare la qualità cristallina dell’autore dandovi un assaggio dei testi contenuti nelle tre raccolte.
Grazie Michele per l’opportunità concessaci!

Da: “chi mi spazierà il mare” - Zona Editore

ancora nella furia
e di nuovo l’abbondanza di una luna
scritta lì
e sempre illesa
e tanto distante dalla fisica della morte

pag. 13

non sono le reliquie
covate dall’olio
come carne di acciughe
a farmi pregare
ma la storia delle guerre
le menzogne

pag. 77

quante luci agili
e così vicine agli uccelli
quanti fari atomici
ci seguono dal medesimo cielo
perché sono la guardia civica
che libera le campane
e ogni rumore
perché avvisano
che ci pianteranno un buco
una grotta nella schiena

pag. 78


Da: Pomo e Mela – Lietocolle

dimmi amore
e buca una voragine
fermala
poi dammi la disciplina
della tua bocca
il codice le labbra

pag. 14


Da: “ La stessa vertigine la stessa bocca ” Manni

le nostre dita sono rami di salice
dal collo alla bufera
pag. 23


esco dalla guardia di Dio e muoio
abbassatemi il coperchio
per tutti i secoli
pag. 27


Michele Caccamo, nato a Taurianova (RC) il 21.12.1959, è residente a Gioia Tauro. Imprenditore, è stato assistente parlamentare alla Camera dei Deputati. Ha pubblicato: nel 2003 “Incoronato come le rose” (testo teatrale), nel 2005 “La stessa vertigine, la stessa bocca” Manni editori, prefazione di Raffaele La Capria (poesie), nel 2005 “Il segreto delle fragole” (antologia) Lietocolle editore (poesie), nel 2006 “Il pomo e la mela” (con Dona Amati) Lietocolle editore, prefazioni di M. Zizzi e T. Cera Rosco (poesie), nel 2007 “Chi mi spazierà il mare” Editrice Zona, prefazione di Alda Merini, postfazione di Andrea Camilleri.

mercredi 23 septembre 2009

Sebastiano Aderno´

[RAGAZZA]
sussurrando nel cavo delle conchiglie
parole impronunciabili
rituali della messa che
nel ricevere il corpo
ti fece donna
impugnavo le tue caviglie
per un piccolo angolo di compasso
o due fragili remi
attenti
a non svegliare quel mare
dove
mentre i fiumi andavano all'inguine
l'azzurro era più vergine
portarti a me
come l'ape si caccia
e il ronzio si fa matto
dello scroscio nella membrana
dello squarcio nelle tela
di fontana
mentre premo e profano
quel finora
dove hai sempre giocato
sola

mardi 15 septembre 2009

Su Mala kruna di Franca Mancinelli


Manni Editori, collana «Pretesti», 2007
Mala kruna significa coroncina e questo libro di Franca Mancinelli può essere considerato un rosario esistenziale in versi: ogni grano/poesia è ben tornito per scorrere con apparente facilità sotto gli occhi del lettore, ma è un grano al tempo stesso pesante, a tratti quasi ermetico, comunque un nodo su cui riflettere, in cui magari immedesimarsi.La parole sono scelte con cura, le immagini restano:«all'orizzonte un mare diverso / fermava il sangue sotto le unghie» (p. 7)«la punto di matita, ben scolpita / può penetrare nelle stanze accese» (p. 12)«Restano i suoi occhi lontano, / oltre la linea mobile del grano» (p. 15)«Tutte cose che non nascono da me, / tempo conficcato come un seme rotto» (p. 23)«prima che parole siano cera calda / sono le mani a chiamarsi» (p. 24)«(…) segui / pescatori di vongole chinarsi / a rimboccare il sole» (p. 29)«è una ferita accorgersi che siamo / due dita di una stessa mano» (p. 36)«quando mi dormi in mente / la stanza ha il tuo profilo» (p. 40)«leggo stesa, il libro sul torace / è il mio terzo polmone / che s'apre e si richiude» (p. 50)«Di tutte le stanze resta / l'incavo intonacato dello stomaco» (p. 56)Solo alcuni fra i molti versi citabili, e credo si possa apprezzare la lampeggiante e intelligente forza emotiva di questa raccolta che ha in esergo (non ha caso) due versi di Dante in cui il Poeta dice che nessun affetto e legame familiare poterono trattenere Ulisse dall'intraprendere l'ultima sua fatale navigazione. È questo il destino del poeta?Affrontare come spinti da un demone indomabile i confini del dicibile? Sfidare le profondità del silenzio? Indagare l'assurdo?Franca in un distico ci dice: «ho la forma dell'acqua e un suono / come ogni animale un verso» (p. 51). In un altro afferma: «qua dove ogni parola è ramo rotto / albero di musica in riva al mare» (p. 35)… Non so sono riposte, tutta la coroncina è costellata di momenti ossimorici come la vita, con le sue tragedie e le sue esultazioni.Le quattro sezioni del libro indicano forse i punti cardinali del cammino di Franca (e di ciascun lettore che vorrà farlo suo): l'ultima, “Un rudere la casa ”, contiene alcune poesie dedicate di grande intensità (in particolare quelle ad Andrea Ponso e Danni Antonello), ma molto intensa è tutta la sezione, ecco ad esempio l'incipit della poesia a p. 60: «più neanche chiedo un laccio o un gancio / a te che mi svapori come un segno / d'alito sul vetro. Sorridi o è il flauto / suonato con i bordi del bicchiere?»Un'opera prima di grande tenuta, che rivela una voce giovane e matura al tempo stesso, in definitiva un libro che è un piacere rileggere, riassaporare, riscoprire.

Alessandro Ramberti