samedi 18 décembre 2010

Mesopolis Lab: Citizen Urbanism in Tehran

Mesopolis Lab: Citizen Urbanism in Tehran: "How do you construct a vision of the future of the city and the territory? Who are the essential characters that play a sig..."

vendredi 15 octobre 2010

poesia di strada

XIII edizione

REGOLAMENTO DI PARTECIPAZIONE AL CONCORSO

Art.1. Possono partecipare al Concorso autori italiani o stranieri ovunque residenti.

Art.2. I testi devono essere in lingua italiana.

Art.3. Ogni concorrente partecipa obbligatoriamente con 3 poesie inedite a tema libero, di propria produzione, ciascuna composta da non più di 30 versi.

Art.4. Gli elaborati devono essere inviati in n.1 copia esclusivamente via email all’indirizzo di posta elettronica poesiadistrada@email.it entro il 14 novembre 2010.

Art.5. I testi dovranno essere inviati tassativamente via email all’interno di un allegato word contenente anche i propri dati personali riportanti: cognome, nome, indirizzo di residenza, data e luogo di nascita, recapito telefonico e indirizzo email. I dati personali verranno trattati secondo la legge 675/96 e per il solo scopo del Concorso. Titolare del trattamento è l'Associazione Culturale LICENZE POETICHE.

Art.6. I testi che non perverranno secondo le modalità sopra indicate non saranno ammessi a partecipare al Concorso.

Art.7. La partecipazione al Concorso non necessita di quota d'iscrizione.

Art.8. Gli elaborati in Concorso verranno presi in esame da una Giuria (è possibile vederne la composizione sul sito www.licenzepoetiche.it) che sceglierà 10 autori finalisti. Una poesia per ogni finalista (su indicazione dell’autore) verrà riprodotta su tela da noti artisti ed esposta nell’ambito di manifestazioni culturali nelle città della provincia di Macerata. I vincitori saranno proclamati esclusivamente in base alla valutazione di merito espressa dalla Giuria sull’insieme delle tre poesie inviate.

Art.9. I dieci autori finalisti verranno proclamati e premiati durante la serata finale del premio che si terrà domenica 19 dicembre (luogo da definirsi). Sarà cura dell’organizzazione avvisare i vincitori tramite telefono o e-mail.

Art.10. I primi tre autori classificati verranno premiati con opere d'arte e/o buoni acquisto, diploma d'onore e libri. Tutti i testi degli autori finalisti saranno inclusi, accompagnati dai commenti critici dei giurati, nell’Antologia della XIII edizione del Premio.

Art.11. Il giudizio della giuria è insindacabile. La partecipazione al concorso prevede l’accettazione dell’intero Regolamento e concede all'Associazione Culturale LICENZE POETICHE la facoltà di utilizzare i testi per un'eventuale successiva pubblicazione.

vendredi 1 octobre 2010

Tim Jones: Books in the Trees: I'm The Guest Poet At The Ballroom Cafe On Sunday ...

Tim Jones: Books in the Trees: I'm The Guest Poet At The Ballroom Cafe On Sunday ...: "I'm very pleased to announce that I will be the guest poet at the Ballroom Cafe in Newtown in October. The details are: Date and time: Sun..."

vendredi 27 août 2010

notizie da G Lucini

Segnalo, per chi è interessato, un'importante iniziativa: http://www.edizionicfr.it/Home/Mafie.htm

Le Mafie stanno rovinando il nostro Paese (e non solo, ma in modo significativo l'economia mondiale e sono una fra le principali cause delle ingiustizie planetarie).
L'iniziatia vuole monitorare, in un certo senso, o comunque sollecitare l'impegno della cultura creativa (in questo caso dei poeti), contro le mafie - o meglio, per la difesa della giustizia e la legalità.
Invito pertanto a leggere i contenuto del progetto e parteciparvi, se possibile.

Ricordo inoltre che è in scadenza il Premio di poesia Franco Fortini http://www.edizionicfr.it/Bandi/PremioFortini.htm con tre pubblicazioni in palio.

Con migliori saluti

Gianmario Lucini

lundi 9 août 2010

Il ponte sull' Enza tra Vetto e il Mulino di Bazzano

In un luogo appartato, tra boschi e montagne, da dove si vede scorrere sinuoso il fiume Enza, trascorreva le vacanze estive Luciano Anceschi. Quel luogo era Vetto d’ Enza (RE). E proprio a Vetto si terrà il 28 e 29 agosto 2010 Il ponte sull' Enza - tra Vetto e il Mulino di Bazzano. Omaggio a Luciano Anceschi, evento che rientra nell'ambito delle celebrazioni per la Biennale del Paesaggio organizzata dalla Provincia di Reggio Emilia con la collaborazione del Comune di Vetto. Due giorni a cura di Daniela Rossi, dedicati alla storica rivista di letteratura e poesia “Il verri” fondata e diretta dal 1956 da Luciano Anceschi, Docente di Estetica all'Università di Bologna. A Vetto si tenevano le riunioni di redazione, con critici, intellettuali, scrittori e poeti. Ora nella casa, in estate abitata dal figlio Giovanni Anceschi e dalla poetessa Milli Graffi, si conserva l’ archivio della rivista, tuttora pubblicata da Giovanni Anceschi e Milli Graffi.

L’ evento vuole celebrare un ponte metaforico ma anche reale fra Bazzano e Vetto, per ricordare il legame tra Luciano Anceschi e i poeti del Mulino di Bazzano, di proprietà del poeta Corrado Costa e abitato dai poeti Giulia Niccolai e Adriano Spatola, che qui fondarono la mitica rivista di poesia “Tam Tam”, pubblicata dalle Edizioni Geiger. Il ponte sull’Enza, che unisce il versante parmigiano a quello reggiano, veniva attraversato da poeti, scrittori, collaboratori, che andavano a Bazzano da Vetto e viceversa.

A Vetto e alla Locanda degli Asini di Spigone, luogo magico tra i castagneti dove si coniugano buona tavola e cultura, si gusteranno due giorni di letture, musica, presentazioni di libri e video e un seminario sul rapporto tra Anceschi e i poeti del Mulino di Bazzano, con la partecipazione di artisti, scrittori, poeti e intellettuali che hanno vissuto quella straordinaria avventura.

Alle due giornate parteciperanno Nanni Balestrini (uno dei primi redattori de “il verri”), i critici Andrea Cortellessa e Niva Lorenzini, che vi collaborano attualmente, il musicista e performer Luigi Cinque, le poetesse Milli Graffi e Giulia Niccolai, la critica Cecilia Bello Minciacchi, Maurizio Spatola, fratello di Adriano e co-fondatore delle Edizioni Geiger, lo scrittore reggiano Giuseppe Caliceti, il poeta visivo Enzo Minarelli, il critico Eugenio Gazzola, il musicista Giuliano Zosi, lo scrittore Beppe Sebaste, discepolo e amico di Anceschi, e altri amici poeti e critici.

Il 28 agosto a Spigone nel pomeriggio verranno presentati il libro di Niva Lorenzini “Edoardo Sanguineti - Lettere dagli anni ’50 ”, lettere di Edoardo Sanguineti a Luciano Anceschi e “La repubblica dei poeti. Gli anni del Mulino di Bazzano" libro con DVD di Daniela Rossi.

Sempre a Spigone la serata di reading di poeti, musica e performances e una lettura musicale di Massimo Zamboni (ex CCCP).

Il 29 nella Sala Polivalente di Vetto Giovanni Anceschi e Milli Graffi coordineranno il convegno I sentieri della poesia tra Vetto e Bazzano, con la partecipazione di critici, poeti e amici.

Info: info@locandadegliasini.it - Tel. 0522/815221

mercredi 4 août 2010

Progetto: L'impoetico mafioso

Segnaliamo una importante iniziativa antologica, a partecipazione libera, che vorremmo condividere con tutti i poeti, all'URL
http://www.edizionicfr.it/Home/Mafie.htm

Web:www.poiein.it
gianmario.lucini





Le mafie sono il ritorno alla schiavitù più barbara, il sistema di potere basato sulla corruzione e l'annichilimento della persona, la prepotenza che si fa legge. Crediamo che la poesia possa dire la sua sull'argomento. Le Mafie stanno velocemente occupando ogni spazio di libertà ed ora stanno occupando anche gli spazi della politica, delle decisioni collettive, della cultura, oltre che della grande finanza. Fra pochi anni, se il ritmo non decelera e il fenomeno non viene eliminato, l'economia intera sarà mafiosa, forse con poche isolette di economia sana. E così la politica - già esistono stati governati dai mafiosi e, in Italia, molte realtà politiche (Comuni, Province, Regioni e interi pezzi di Stato). Non sta certo alla poesia avanzare progetti di contrasto, ma sta anche alla poesia esprimersi chiaramente, prendere parte, schierarsi senza reticenze, dal versante dell'arte e della cultura. Se non lo farà, starà al gioco di chi vuole sottrarci quella libertà che è necessaria all'arte per poter essere.


Il progetto è semplicissimo: basta inviare alle Edizioni CFR un testo o due di poesia ispirata a una delle mille problematiche causate dalle mafie (umane, ambientali, sociali, ecc.). Possibilmente non edite. Fra le poesie inviate, ne saranno scelte un centinaio.

Questo è l'unico orizzonte tematico al quale l'autore dovrà attenersi.

L'iniziativa nasce dall'esigenza (politica) di far sentire anche la voce della poesia su questo tema nel quadro di una assunzione di ruolo sociale della poesia, nel suo stesso interesse. E' quindi ovvio che l'iniziativa si inserisce, dal punto di vista del genere letterario, in quella che viene chiamata "poesia sociale" o anche "poesia politica". Tuttavia non è affatto scontato: potremmo avere anche ottimi testi lirici in tema, o di poesia satirica, o altro. Chiediamo insomma versi (ma non strilli e tanto meno lamenti) contro le mafie, la loro cultura, la loro visione del mondo. E' una presa di posizione che NON possiamo delegare ad altri: ci interessa direttamente se davvero amiamo la poesia e la libertà.



Le opere dovranno essere inviate, entro il 31 dicembre 2010 a gianmario@poiein.it In mancanza di posta elettronica, si possono inviare a Gianmario Lucini, Via Amonini, 9 - 23020 Piateda (SO).



Nessun obbligo di acquistare copie del volume (si ipotizzano circa 100 - 120 pagine) che sarà edito, né è richiesta una "tassa di lettura" o altro. Se a qualcuno fa piacere, può inviarci un francobollo postale qualsiasi, del valore che crede, lo useremo per diffondere cultura. Se qualche autore che collabora chiede una copia del volume, gli sarà inviata a metà del prezzo di copertina, con spese a nostro carico. Il prezzo peraltro sarò contenuto, proprio per facilitare la circolazione del libro e dei messaggi che conterrà.



Il volume sarà presentato e diffuso in occasione di dibattiti pubblici sulle mafie.

samedi 17 juillet 2010

Evelina Schatz

Zagara olimpica

Quando la stella gialla come
il limone della Sicilia d’inverno
sarà accesa in ogni casa come
il fuoco olimpico, la gente allora
avrà concluso il concorso alla
eguaglianza fratellanza libertà
di essere (o non essere) uomini.

E la fiamma olimpica allora partirà
tra gli allori del deserto di Negev
correranno i beduini-tedofori
verso Giudea ––– spezzata mela
della discordia ingiuriosa –––
accenderanno i giardini di agrumi
Erano questi i giardini dell’Eden?
Di zagara profumi giungeranno ai cieli
dimenticati cieli ora in fuga
verso dimentico altrove

Evelina Schatz

lundi 28 juin 2010

durante la Notte della Poesia

METEODIARIO
Enrico Mario Lazzarin e Gianriccardo Scheri
presentano i loro blogs
durante la Notte della Poesia
del 16° Festival Internazionale di Poesia

venerdi 11 giugno 2010 - ore 21,30
Piazza Posta Vecchia - Genova
Dall'inverno del 2007, due poeti hanno pensato di scambiarsi dei "bollettini" poetici sugli aspetti della stagione in corso nelle rispettive città (Settimo e Genova), ognuno scrivendo almeno un testo o "meteo-bollettino" giornaliero,
inviato via e-mail all'altro e poi pubblicato sul proprio blog di “stazione” locale.
Dato che in ogni gioco il divertimento è maggiore se ci sono delle regole,
hanno deciso alla fine di ogni settimana di scegliere alcuni dei i testi che hanno scritto e di pubblicarli sul blog comune di METEODIARIO, creato per rendere evidente ad altri questa scommessa.
La partita iniziata a fine novembre 2007, sta proseguendo nelle stagioni successive
e avviandosi al traguardo del terzo anno.
In questa occasione, presentano dal vivo i loro testi con una lettura incrociata,
corredata dalla visione dei loro blogs.

Gianriccardo Scheri / Enrico Mario Lazzarin
www.meteodiario.blogspot.com
www.meteogenova.blogspot.com
www.meteosettimo.blogspot.com

jeudi 24 juin 2010

LAMPIONI

PIANOPERCUTROMBA & DOMENICO CIPRIANO

LAMPIONI
(la notte condivisa)
www.myspace.com/lampioni

READING - CONCERTO
NELL’AMBITO DI “CAIRANO 7X”

CAIRANO, zona Nord, 25 giugno 2010 – ore 22,00

Domenico Cipriano: poesie e voce
Fabio Lauria: tastiere ed effetti
Carmine Cataldo: tromba
Paolo Godas: contrabbasso
Guest: Giuseppe Vietri: sassofoni

Durata: 40 min circa

«Le cose, riflettei, sono meno fragili delle persone. Le cose sono lo specchio immutabile in cui osserviamo la nostra disgregazione». (Bruce Chatwin, Utz).

Brevi poesie che si alimentano della nostra esistenza tra riflessioni e fascinazioni. I lampioni delle strade, soggetti metafisici, diventano lo spunto per rievocare problematiche di estrema attualità: così si cela tra i versi anche il tema del lavoro, colto tra suggestioni metaforiche, viaggi autostradali e capannoni vuoti. Eroi del nostro tempo e visioni di luoghi ed amicizie, lontane tra loro per l’emigrazione perpetuata, si ritrovano nell’elaborazione del sogno e nella percezione dei sensi. Un percorso suddiviso in frammenti dove parole come “luci” e “notte” diventano ossessive, tra ritmi ipnotici e improvvisazioni struggenti o liberatorie. Parole a musiche originali per condividere questo dialogo con la notte. Lo spettacolo si può avvalere di volta in volta di “guest” di vario genere: musicisti solisti, pittori, Vj, ballerini e altre collaborazioni artistiche per improvvisazioni sul tema. Per questo appuntamento di Cairano 7x ci sarà la guest del sassofonista Giuseppe Vietri.

Pianopercutromba
La formazione è frutto dell’incontro tra il tastierista Fabio Lauria, il trombettista Carmine Cataldo e il bassista Paolo Godas, che da alcuni anni collaborano nello storico gruppo di improvvisazione jazzistica “Sinjarmajazz”. Dall’intesa tra i musicisti nasce questa nuova formazione, originale per la ricerca sonora e l’idea di improvvisazione, rappresentando una nuova realtà del jazz “made in Irpinia”, indirizzata verso suoni elettronici e campionati, con un gusto che si alimenta delle sonorità “ambient” e delle esperienze “davisiane”.

Domenico Cipriano
Poeta vincitore del premio Lerici-Pea 1999 per l’inedito, nel 2000 ha pubblicato la prima raccolta organica dal titolo Il continente perso (premio Camaiore). Interessato al connubio Jazz e Poesia ha dato vita, con il pianista Enzo Orefice, l’attore Enzo Marangelo e la sezione ritmica di Piero Leveratto ed Ettore Fioravanti, al progetto “JP band”, con cui ha realizzato il CD Le note richiamano versi (2004). Ama legare la poesia a varie forme d’arte, collaborando con artisti di vario genere per realizzare progetti specifici e libricini da collezione. www.domenicocipriano.it

Contatti: stradepoesia@yahoo.it

jeudi 10 juin 2010

concorso Pubblica con noi 2010





Vincitori sez. Poesia (v. anche la sez. Racconto e l'attestato dei vincitori)


Fara Editore e i giurati del concorso Pubblica con noi 2010
Daniele Bottura, Elena Varriale, Maristella Olivieri, Patrizia Rigoni e Stefano Martello per la sezione racconto; Agostino Cornali, Daniela Terrile, Matteo Fantuzzi, Nicola Lorenzetto, Paolo Gambi e Sebastiano Adernò per la sezione poesia;
sono lieti di premiare i seguenti autori con la pubblicazione nel volume Pubblica 2010

leggi

mercredi 26 mai 2010

stefano bianchi


recensione di Narda Fattori <http://www.faraeditore.it/html/interviste/narda.html>
Stefano Bianchi <http://www.faraeditore.it/html/siacosache/sputamiamare.html> , poeta per caso, è tornato ad essere visitato dalla Musa e lui, attento e avvertito, l’ha accolta e, malgrado le reticenze, si è lasciato sedurre dal canto, dalla visione rarefatta, dalle rifrazione della luce.
<http://www.faraeditore.it/html/siacosache/sputamiamare.html> È una poesia quasi elegiaca, con le suadenti immagini che recano i sogni, ma anche con improvvise consapevolezze di stare tradendo una vocazione all’inquietudine che ne salva l’identità.
Quasi in chiusa, all’interno di una poesia che dà voce ad uno stare "inconsistente": "La finestra illuminata / di scatto si richiude / le ante sbattono sui muri / il tempo prende la rincorsa / ci ripiglia e ci mulina."; dunque continuerà la fatica di individuare una meta, una sosta che duri per incontrare il riposo, un traguardo, degli obiettivi.
Stefano sa che abbandonarsi al canto lo porterebbe alla rovina, accecherebbe la sua volontà e altri compirebbero la scelta che già gli è impossibile fare fra "fuga e responsabilità" perché ogni scelta comporta una perdita, e una solitudine e che ora non si può più tornare all’innocenza dei bambini.
Ma allora lo smarrimento si moltiplica, si perde ogni orientamento e tutto congiura per schiantarci dentro un mare d’inverno che trascina oggetti residuali, ormai privi di un punto di partenza, cioè di un punto da cui sono partiti, perché se quel punto, logos o topos è individuato, magari penosamente e in solitudine, si potrà individuare la meta. Ma dentro questo smarrimento ci sono attimi/luoghi "insensatamente felici" come lo scorgere, con la meraviglia del vedente, una radura di verde, la distesa azzurra del mare. Allora il dubbio sull’arrivo cessa e si può pensare che tutto sia nella corsa, che il destino dell’uomo si compia nel suo farsi quotidiano, incespicante ma mai reso.
Illuminante, a questo proposito, è la postfazione di A. Ramberti che invito a leggere perché oltre che sulla poetica di Stefano Bianchi pronuncia una dichiarazione di vitalità e di necessità della poesia, comunicazione che libera dall’energia che grava sull’anima, negativa o positiva, e sommuove "la pigrizia intellettuale".
Ma torniamo al dettato del poeta sempre lessicalmente quotidiano, ma molto giocato sul ritmo, ora disteso, più spesso ritratto, di pochi suoni nel verso, ma armonici, come un’elegia appunto.
Di una silloge di poesie che non vogliono essere una confessione ma una ricerca del sé segnata dalla più nuda e tremante verità, mi pare giusto citare i versi finali della poesia Inverno (pagg. 33/34): " … /Sta a te tirare i dadi / a noi andare /di casella in casella. / È il turno / niente di triste / niente di che". Sono versi importanti, da poeta.
Resta forse da interpretare il titolo, volutamente basso, quasi di sprezzo; ma occorre sapere che Stefano ama immensamente il mare, le passeggiate sulla riva, il perdersi nel calmo azzurrato o nel grigio tumultuoso. È il suo infinito, il luogo dove si incrociano tutti i luogi e tutti i destini; ma è anche il luogo dove smarrirsi e perdersi, anche per sempre. I versi sono sputati a mare come un dono e lui parimenti è sputato a mare nella ricerca di punti fermi, di un porto che però non cerca, di un approdo che non vede.
Molte poesie sono segnate da una specie di voce in contrappunto, a piè di pagina, in caratteri minuscoli: sono voci, momenti, esperienze che vengono da lontano, da un infanzia riminese che si fa quasi mitica; sono una specie di coro etico che accompagna i versi e riporta ogni volta alla pesantezza della terra Stefano, lo chiamano alle radici, ai primi graffiti nella sua anima.
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vendredi 9 avril 2010

mercredi 7 avril 2010

BERE POESIA

8-9-10 Aprile 2010


Poesia e vino sono due sostanze con cui prima o poi nella vita si viene a contatto e con le quali ha volte si deve fare i conti. Proprio per questo le si potrebbe definire popolari. Ma mentre il vino fa meno fatica ad essere fra noi perché scorre invece di parlare, la poesia ha bisogno d'altro, ha bisogno che la si ascolti. Ed ascoltare è più difficile che bere.

Se poesia e vino sono cose popolari, noi le tratteremo con riguardo ma direttamente, perché abbiamo sete. E cercheremo di conoscere questi due protagonisti quando sono assieme, vedremo come il vino possa liberare le parole o le possa spezzare, quando la volontà del poeta di fronte all'ubriachezza viene meno. Cercheremo di rendere la poesia un piacere e non una tortura. Come faremo con il vino che possiede questa stessa ambivalenza. Non resteremo indifferenti di fronte alle parole dentro ad un bicchiere.


Michele Morando, poeta.


Programma:

Giovedì 8 Aprile - Madonna Verona (Via Don Bassi 4, Verona)
Simposio del vino con il poeta ed editore Eugenio Ribecchi (Blu di Prussia, Piacenza) ideatore del Premio di poesia Rebelais. Letture e discussioni attorno ad una raccolta di testi curata personalmente da Eugenio Rebecchi.
Letture di Gloria Girelli Bruni

Venerdì 9 Aprile – Associazione Culturale Joy (Via Giosuè Carducci 32, Verona)
Elogio della sbronza consapevole. Letture da autori moderni e contemporanei.
con letture di Alessandro Assiri e Stefano Di Simone

Sabato 10 Aprile – Art & Chocolate (Largo Pescheria Vecchia 9, Verona)
Incontro con autori contemporanei a proposito del loro rapporto intimo con il vino. Ricordi legati alla scrittura ed ai propri vini preferiti. Suggestioni, ispirazioni ed ubriacature.
Letture a più voci con Michele Morando, Francesco Pagliarini, Gerardo, Giorgio Maria Bellini, Luigi Pedilarco, Max Ponte, Alessandro Assiri, Monica Ferretti e Riccardo Filippini






Ingresso gratuito - Per tutti i reading l’inizio è previsto alle ore 21:00

vendredi 26 mars 2010

LA NATURA, L'INGANNO, LA PESTE, LE MEDITAZIONI DI UN POETA

Andrea ZANZOTTO - Repubblica — 07 dicembre 2009 pagina 41 sezione: CULTURA

PIEVE DI SOLIGO (Treviso) Questo breve viaggio volto a suggerire un "lessico necessario" utile ad affrontare i nostri giorni confusi e concitati, si conclude incontrando un poeta: ovvero chi ricerca la massima precisione della lingua, in ogni sfumatura, sonorità, dettaglio. A un poeta dunque, l'ultima parola. E tra i poeti la scelta non poteva cadere che su Andrea Zanzotto: un indiscusso maestro, oltre che un amico. Era più di un anno che non venivo a trovarlo nella sua casa di Pieve di Soligo. E con grande gioia lo ritrovo in buona salute, fisica e mentale. Ha appena compiuto ottantotto anni e il suo volto si è fatto simile allo schizzo di un pittore: il naso rapace è ancora più rapace. Le labbra si sono ulteriormente affilate. Gli occhi sono diventati due fessure da cui traspare una luce maliziosa, che guarda lontano. Sempre più lontano. Sulla testa, infine, l' immancabile "bareta", questa volta di color rosso cardinale. La nostra conversazione parte dal suo recentissimo libro di versi, Conglomerati (Mondadori), che riconferma tutta la sua grandezza. E ci invita a riflettere sulla forza diagnostica di una forma espressiva, la poesia, che proprio nel tenace balbettio pare acquisire un peso nuovo e imprevedibile. Tanto più, di fronte al ciarliero collasso di un discorso pubblico affannato e incapace di afferrare il turbinoso fluire delle cose. Dunque, Zanzotto, da quale parola cominciamo? «La prima che vorrei suggerire è proprio "conglomerati". L' ho scelta come titolo del libro dopo vari tentennamenti e la vorrei riproporre qui perché segnala un indispensabile contatto con la "terra", parola ad essa intimamente collegata. Amo molto, ancora oggi, fare dei giri qui intorno a casa mia. In particolare in un' area, a tre o quattro chilometri dal centro del paese, dove c' è un insieme di colline che non sono colline e di torrenti che non sono torrenti: un tenebroso e inquietante labirinto, appunto, di conglomerati pietrosi; le crode del Pedré. Ebbene, se sono tornato a parlare di questo posto, dove si andava in gita scolastica quando ero bambino,è perché in quel luogo fisico c'è una volontà di resistere, anche se contraddetta da pulsazioni opposte e oscure, che è omologa alla terra e all' uomo. Il che mi riconferma nella convinzione che nel mio caso le principali suggestioni derivano dalla geologia, prima che dalla storia; e dalla scienza, prima che dalla letteratura». Da quanto dice sembrerebbe che una linea poetica cominciata con "Dietro il paesaggio", che è del 1951, non si sia mai interrotta. Malgrado tutto è proprio nella "magna mater", nella grande madre, che possiamo e dobbiamo cercare conforto. Anche quando il suo volto appare, come in queste ultime poesie, sfigurato da «sfondamenti di orizzonti», «funebri viali di future "imprese"», «grulle gru», «cento capannoni puzzolenti». «E' proprio così. Anche se calpestato, squartato, tumefatto, ustionato, ulcerato, il "paesaggio" esercita ancora un continuo richiamo. Attraverso il fischio di anonimi uccelletti o grazie a venti improvvisi e furiosi. Sempre e comunque, il paesaggio, nella sua duplice veste di incanto e gabbia, induce quel sentimento di immanità che percorre strade tutte sue. A volte ce lo indica ammutolendo, altre invece cantando in modo anche stonato. Non per caso, nelle mie poesie più recenti, la stonatura è sempre in agguato. Voluta e non voluta». Senza nominarla esplicitamente, abbiamo indicato così la terza parola: "paesaggio". Che introduce, mi par di capire, a una sorta di religione della natura. «Religione della natura che in me si accompagna, almeno a tratti, a vere e proprie meditazioni teologiche. E a mille impulsi, i più diversi e contrastanti. Perché come qualunque altro individuo, anch'io riconosco che tutto ciò che è umano mi riguarda». La parola "paesaggio" si porta appresso, inevitabilmente, la parola "clima". E su questo fronte, anche i più recenti incontri internazionali dimostrano come le più funeree previsioni non producano mai scelte politiche conseguenti. «Può essere, molto semplicemente, che non si voglia credere alla catastrofe, già ampiamente provata, perché è più comodo ingannarsi, illudersi. Oggi sembrano tutti sopraffatti dal fascino dell' autoinganno. E finiscono per voler lucrare anche sul proprio funerale». E' anche per questo che di recente lei utilizza sempre più spesso la parola "peste"? «Nella vita quotidiana a un bambino un po' inquieto si dice: "sei una peste". Senza che lui neanche capisca a cosa si sta alludendo. Anche a me questa parola è uscita di bocca così, con leggerezza, quando l' ho utilizzata riferendomi alla Lega. Pensavo alla figura di un bambolo un po' tonto. Invece i leghisti l' hanno presa sul serio, e cioè in modo drammatico. Ma è un bene che le parole vengano, spiazzate, che il senso si mobiliti, e di un vocabolo escano fuori significati che abitualmente restano impliciti, sotto traccia. In fin dei conti, è una delle gioie più tipiche della poesia». E nel caso specifico, qual era l' elemento implicito della parola "peste" che è saltato fuori all' improvviso? «Penso ad esempio al comportamento assurdo di chi vorrebbe imporre l' insegnamento scolastico del dialetto, che si può apprendere solo in famiglia, nell' infanzia, e poi se ne infischia della totale distruzione dei luoghi in cui quella lingua materna trova l' indispensabile nutrimento. Ma cosa ci si può aspettare da chi vaneggia di dialetto e nulla sa di storia e filologia romanza?». Mi permetto di suggerire io l' ultima parola: "poesia". Perché proprio quel suo verseggiare tambureggiante e allarmato, quel tentativo di cogliere per frammenti qualche barlume di senso, mi ha indotto a pensare che forse la poesia finisce per assumere una nuova centralità, del tutto inaspettata. «Sì, finiamo con "poesia". Proprio da lì, dal "fiat" della poesia, si potrebbe e dovrebbe ripartire. Dalla sua costitutiva povertà e semplicità. Ma si tratta di farlo con modestia e assieme con tenacia. Ascoltando innanzitutto la potenza del genius loci. Almeno, questo è quanto io ho sempre fatto. Non per caso non mi sono mai potuto allontanare più di tanto dal mio paesello, perché senza il canto dialettale di osteria si produceva in me un veroe proprio blocco della creatività. E così si torna all' inizio della nostra conversazione: a quei "conglomerati" di cui parlavo in precedenza. La poesia, molto umilmente, deve "raspar su" tutti i materiali che trova a disposizione. I più inusitati, i più eterogenei. A partire da quelli che salgono dall' inconscio, da quella forza interiore inarrestabile e incontrollabile che poi si trascina appresso il carretto dei versi. Ricordo, ad esempio, che quando Dario Fo vinse il Nobel, mi dissi: bene così, in fondo Fo è un signore che ha creato dei valori letterari. Ma subito dopo l' inconscio decise al posto mio e fece affiorare un epigramma che non ho potuto fermare: "Di Fo che me ne fo. Fo fu". E' stato il puro impulso della sillaba a generare quell' epigramma».

- 4. Fine (le precedenti puntate di "Lessico necessario" sono apparse il 28/10, il 5/11 e il 19/11) - FRANCO MARCOALDI

La url di questa pagina è http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/12/07/andreazanzotto-la-natura-inganno.html

vendredi 12 mars 2010

Vincenzo D’Alessio & G.C.F.Guarini


IL FUTURO CHE è IN NOI
Ci siamo incontrati mercoledì dieci marzo, di quest’anno, con gli scolari della terza sezione B della scuola statale” Madre Teresa di Calcutta” ,di Montoro Inferiore, previo autorizzazione della dirigente scolastica prof. Stella NADDEO, in collaborazione con la maestra Albina CARPENTIERI e l’ entusiasmo dei ragazzi. Il Gruppo Culturale “F:Guarini” opera nelle scuole statali, nei diversi gradi, già dalla sua fondazione nel 1976. Molto di più ha realizzato, in passato, con i ragazzi delle scuole elementari e medie.
Il programma realizzato verte sulla conoscenza archeologica del territorio: il nostro Sud ha un patrimonio archeostorico incommensurabile, che ogni anno perde gran parte delle sue tessere. Perché il continuo sfruttamento territoriale con la costruzione di case, villette, palazzi, megacentri commerciali,fabbriche, strade,etc. depreda il territorio dei suoi tesori, anche se piccoli. Infatti durante gli scavi vengono ritrovate testimonianze archeologiche appartenenti alla Preistoria e alla Storia delle nostre popolazioni, che per mancanza di segnalazione sono destinate nelle discariche.
Al fine di appassionare i giovani, dalle scuole dell’obbligo a quelle superiori, dal 1979 il Gruppo Guarini ha elaborato visite giudate, contatti con l’ambiente e i monumenti, cura della memoria con l’istituzione dell’Antiquarium di Solofra(distrutto dal sisma del 23.11.1980), del piccolo Antiquarium presso la scuola elementare di via Fratta a Solofra(anno scolastico 1991-1992), con pubblicazioni, e corsi pedagogici tenuti da un esperto in collaborazione con gli insegnanti interessati.
Ad ogni incontro i giovani scolari facevano il confronto tra i reperti, messi a loro disposizione e manipolazione, e le trasmissioni televisive come” Superquark” e “Passaggio a Nord-Ovest”.Questa volta però non si trattava di luoghi lontani ma dello stesso territorio dove essi vivono o prossimo al loro. Tanto ha reso, nel corso degli anni, sempre più vivo e stimolante il rapporto tra futuro cittadino e patrimonio archeostorico di appartenenza.
Siamo convinti che questa sia la strada maestra da seguire affinché nascano più forti gli interessi dei giovani al loro futuro e al futuro della loro Terra.

vendredi 19 février 2010

dream

[ D r e a m ]

ovvero del sogno o del sognare
http://www.userfarm.com/video/22020/%5B+D+r+e+a+m+%5D

fate attenzione al coniglio, ipnotizza
Sebastiano Adernò


نفس الدم
http://aderno.splinder.com/
+39 339 18 36 273

ARRABAL















cari amici
E' raro che Arrabal venga in italia, perciò Vi informiamo di
questa interesssante attività che si svolgerà all'Auditorium
dei laboratori del DAMS di Bologna

Segnalato da Andrea Garbin
http://www.myspace.com/andreagarbin
http://laconfraternitadelluva.wordpress.com
http://poesiadalsottosuolo.wordpress.com
http://www.galeter.it
http://www.pernatalenonesco.it
http://www.youtube.com/confraternitadelluva

mardi 16 février 2010

SULLA CREATIVITA’…


Nell’atto di creazione di ciascun individuo
la creatività artistica nutre l’animo,
coinvolge le emozioni e libera lo spirito.

Questo può motivare tantissimo le persone,
perché ci si riappropria
materialmente e simbolicamente
del diritto naturale di produrre
un’impronta che - in definitiva-
nessun altro al mondo potrebbe lasciare.

L’arte salva, in qualunque forma
e risultato si estrinsechi,
-sia esso capolavoro assoluto professionistico
o semplice mezzo espressivo a carattere dilettantesco-.

L’arte infonde autostima e incoraggia le persone
nel momento in cui si trovano a fare qualcosa
semplicemente perché “vogliono” farlo
(e non “debbono”).

E’ il modo più “nostro” con il quale esprimiamo
la scintilla della nostra umanità.

lundi 15 février 2010

mardi 9 février 2010

«Il tempo / da trascorrere non è troppo / lontano»: ricordando Antonio D'Alessio

domenica 7 febbraio 2010
«Il tempo / da trascorrere non è troppo / lontano»: ricordando Antonio D'Alessio


Autore prematuramente scomparso a soli 32 anni, musicista, persona attenta e disponibile nei confronti dei più deboli e dei meno fortunati, «Antonio ci ha lasciato nella carne, ma il suo spirito vive oltre lui, nell'aria, nei ricordi, nell'amore della sua famiglia, nei versi che, già ordinati e scelti di suo pugno, ha donato alle mani che avrebbero aperto il cassetto con i fogli dattiloscritti; le mani di suo padre desiderano renderli pubblici…» (così Narda Fattori nella partecipata Prefazione al libro che li raccoglie, La sede dell'estro, Edizioni G.C. “F. Guarini», Montoro Iferiore, 2009).
I suoi versi sono fotografie di un animo che sa raggiungere l'essenza più profonda delle cose.Camminando: e riascoltareil mio cammino.(p. 18)***Da piccolo cercavi calore;oggi ho capito che il fuocoè dentro di me.(p. 21)***Il piccolo randagio ora più che maivaga da solo e non trova viad'uscita al labirinto.Emarginato dal branco per il suoessere, viaggia nella sua pazziache lo rende sempre più fragle,anche se il guerriero incutetimore.Forse solo l'amore pure potrebberendere docile il piccolo cuccioloche, anche se stanco di leccarsile ferite, non si cala nelleleggi dell'uomo.(p. 38)
Pubblicato da alessandro a 09.42

mardi 26 janvier 2010

la nostra casa

qual é il senso del focolare, della casa, dello spazio intorno a noi? avete mai pensato che la casa é lo spazio che ci separa da noi stessi, che limita l'infinito, é il luogo dove dobbiamo costruire la nostra personalità, i nostri desideri é lo specchio della nostra anima?
Una casa in disordine, un luogo sottosopra corrisponde senz'altro ad uno stato d'animo
disarmonico, senza gioia, dove tutto é dubbio, caos, insomma in pieno rifacimento. Non c'é da spaventarsi, perché se il desiderio di continuare a ricercare l'ordine non ci abbandona, questo stato di cose temporaneo é semplicemente l'inizio di una bella avventura alla ricerca del "sé" piu profondo in noi stessi. IL VIAGGIO COMINCIA.
Pensate ..........: una volta terminata questa casa, si avrà la sensazione di dover ricominciare, l'impellente necessità che ci chiama a dover riprendere in mano "questo dossier" il nostro dossier, la nostra vita e ripensarla tutta. Distruggere le nostre sicurezze, piu intime, piu profonde, cancellare tutto cio che c'é, fare spazio, vuoto, per ri- cominciare, ri-creare, ri-pensare un nuovo sé, un nuovo io.

jeudi 21 janvier 2010

patrizia rigoni




Patrizia Rigoni
Avrò i tuoi occhi

Un chirurgo italiano e la moglie felicementeincinta (ma con problemi alla vista) decidonodi accettare l’invito della città di Kairouan, dove si sta aprendo il primo ospedale per iltrapianto degli occhi.
Dopo pochi mesi dal loro arrivo in Tunisia,nella gioia di essere stati accolti con benevolenza e generosità da parte di vari personaggi (Ahmad, Keminj, Adil, Lallala, Donna Medusa, Hazib, Zhara, Iyad, il ciabattino e molti altri ancora le cui storie si intrecciano con esiti sorprendenti e situazioni spiazzanti di grande tensione emotiva) si ha la dichiarazione di guerra all’Iraq, e la coppia ne è profondamente turbata e quasi costretta ari-vedere il proprio passato e il proprio progetto di vita.
Gli stessi ragazzi ciechi, che chiedono di essere visitati e curati, esprimono filosofie anche opposte di possibilità di convivenza civile, di sogni e desideri.
Vedere che cosa? Da parte di chi? Con che occhi? È forse meglio restare ciechi alle brutture del mondo? Ciascuno segue un proprio percorso emotivoe intellettuale per definire la propria identitàe il senso profondo dell’esistere.

dimanche 3 janvier 2010